sabato 18 maggio 2013

Rapporti umani

Il testo della parabola del filosofo pessimista recita:

« Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati.
Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali. Finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.
Così il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità, spinge gli uomini l'uno verso l'altro; le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l'uno lontano dall'altro.
La distanza media, che essi riescono finalmente a trovare e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia e nelle buone maniere.

A colui che non mantiene quella distanza, si dice in Inghilterra: keep your distance! Con essa il bisogno del calore reciproco è soddisfatto in modo incompleto, in compenso però non si soffre delle spine altrui.
Colui, però, che possiede molto calore interno preferisce rinunciare alla società, per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli. »


Il concetto è ideato dal filosofo tedesco Arthur Schopenhauer nel suo Parerga
e paralipomena
, volume II, capitolo XXXI, sezione 396.
Il dilemma del porcospino afferma che tanto più due esseri si avvicinano tra loro, molto più probabilmente si feriranno uno con l'altro.
Ci viene dall'idea che i porcospini possiedono aculei
sulla propria schiena.
Se si avvicinassero tra loro, i propri aculei finirebbero col ferire entrambi.
Eppure i porcospini hanno bisogno di stare vicini per scaldarsi a vicenda.
Da questo paradosso nasce il dilemma.
Questo è in
analogia con le relazioni tra due esseri umani.
Se due persone iniziassero a prendersi cura e a fidarsi l'uno dell'altro, qualsiasi cosa spiacevole che accadesse ad uno di loro ferirebbe anche l'altro, e le incomprensioni tra i due potrebbero causare problemi ancora più grandi.

Va ricordata la risposta che Schopenhauer stesso suggeriva al dilemma del porcospino:
egli asseriva che le persone cercano naturalmente una distanza di sicurezza dagli altri.
"In questo modo" scriveva "il mutuo bisogno di calore viene soddisfatto solo in parte; ma le persone almeno non si feriscono". (1851/1964, p. 226)

Naturalmente Schopenhauer era noto anche per il suo carattere cupo e pessimista
["è difficile trovare nella sua vita testimonianze di virtù se non la gentilezza verso gli animali... in ogni altro ambito era completamente egoista." (Russell, 1945, p. 758).]


Fabio Volo aggiunse nel suo libro:
“I difetti, le abitudini, i comportamenti o le esigenze degli altri sono le spine, ognuno ha le sue. Alcuni porcospini però sono in grado di produrre molto calore interno. Questi quindi riescono a trovare la giusta distanza dagli altri o addirittura a non stare con loro.”

A me ha colpito molto questa metafora...
l
a storia dei porcospini descrive perfettamente quale dovrebbe essere la modalità giusta che rende i rapporti umani (e non solo) equilibrati.
Si deve stare vicini ma mai sopraffare o soffocare gli altri, voi che ne pensate?




Nessun commento:

Posta un commento