sabato 14 settembre 2013

Voyager: ai confini dell'UNIVERSO

La sonda Voyager 1 viaggia nello spazio interstellare, ora ha superato i confini dell’eliopausa, zona nella quale cessa l’influenza del Sole con radiazioni e particelle lanciate da esso. La comunicazione arriva da Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa a Pasadena dove si controlla il robot e racconta anche di come il caso abbia aiutato a ricevere con esattezza la posizione della sonda la cui longevità è straordinaria.


Fu lanciata nel 1977 assieme alla gemella Voyager 2 con lo scopo di indagare Giove e Saturno con accuratezza, dopo ricognizioni molto superficiali fatte dalle precedenti sonde Pioneer 10 e 11. Finita la missione , al Jpl vollero approfittare delle ottime condizioni di Voyager 2 e tentarono un nuovo viaggio proseguendo dal precedente. Così inizia la proiezione verso Urano e Nettuno, ultimi due pianeti del sistema solare, raggiungendoli con successo e ci regalò immagini affascinanti dei confini del nostro corteo planetario. Voyager 1, al contrario della gemella, aveva una traiettoria che lo portava più velocemente verso un confine più oscuro e mai raggiunto, dove il Sole ne arriva ne si sente. Non si conosceva la posizione esatta, ma gli scienziati spiegarono che ad un certo punto la bolla che circondava l’astro formata dalle proprie radiazioni e annesse particelle nella quale tutti i pianeti sono contenuti, termina. Dopo iniziava lo spazio interstellare, uno spazio che ci separa da altre stelle.
Negli ultimi anni gli strumenti avevano fatto capire che questo confine fosse stato raggiunto, ma occorreva prova concreta. E giunse. Un’eruzione solare del 2012 ha sparato particelle nel cosmo sino a raggiungere nell’aprile 2013 il Voyager 1. Misurando la distanza delle particelle si è capito che, prima del loro arrivo, l’ambiente circostante era impoverito che dimostra le condizioni dello spazio interstellare. Tutto questo è a 19 miliardi di chilometri dalla Terra. Voyager diventa il primo satellite artificiale fabbricato dall'uomo ad arrivare in questa parte estrema del cosmo dopo ben 36 anni di viaggio. Ricordiamo inoltre che essendo del '77 la potenza del trasmettitore è di sole 23 watt (la potenza da lampadina di una scrivania) ha del meraviglioso segno che le antenne della Nasa (una parabola di 70 metri la più larga) riescano a percepire i segnali. Questi, arrivano quasi del tutto nulli e indeboliti di miliardi di volte impiegando 17 ore nonostante viaggino alla velocità della luce. Una velocità assurda.


Nessun commento:

Posta un commento